L’intervista INTEGRALE di Mauro Bianchessi: la crescita in tempi record e gli obiettivi futuri…

 

Questa mattina sulle pagine de ‘Il Messaggero’ è uscita l’intervista fatta a Mauro Bianchessi. Il Responsabile del Settore Giovanile biancoceleste alla penna  di Valerio Cassetta ha fatto il bilancio su questi due anni nella Prima Squadra della Capitale, risultati ottenuti in tempi record, uno sguardo anche al futuro fissando gli obiettivi.

ROMA – Meritocrazia e programmazione. I segreti della rivoluzione di Mauro Bianchessi, responsabile del settore giovanile della Lazio dall’estate del 2017. I trofei sono già in bacheca, ma l’obiettivo resta «assicurare giocatori pronti alla prima squadra». Una sfida possibile per l’ex numero uno della cantera di Atalanta e Milan, che ha già fatto assaporare l’aria dei big in allenamento ad alcuni ragazzi, più precisamente al portiere classe 2003 Giacomo Moretti (primo acquisto di Bianchessi al suo arrivo), al centrocampista pari età Mirco Ferrante (ritornato in biancoceleste in estate dopo una parentesi alla Roma) e al difensore classe 2002 Damiano Franco, quest’ultimo giocatore cresciuto con l’aquila sul petto.

Numeri alla mano, continuano i record a firma di Bianchessi. Negli ultimi 5 anni le categorie nazionali della Lazio chiudevano la classifica marcatori con il capocannoniere con una realizzazione al di sotto dei dieci gol; questa stagione è stata superata ogni previsione. Michele Riosa e Mirko Mancini, due innesti della scorsa estate, sono la coppia del gol dell’Under 16. I due attaccanti hanno chiuso il campionato con 17 reti per Riosa, capocannoniere del Settore Giovanile, e vice Mancino con 16 marcature.

Bianchessi, tra poco festeggerà due anni alla Lazio.

 «Premesso che due anni alla Lazio sono come 10 in qualsiasi altra Società al mondo, il primo primo è stato dedicato alla riorganizzazione del settore giovanile. Dall’estate scorsa, invece, abbiamo iniziato a lavorare sulla parte tecnica e sul rafforzamento delle squadre, partendo dall’Under 14». 

I successi sono già arrivati.

«Vedere la gioia dei ragazzi dopo le vittorie nei derby contro la Roma (Trofeo Halima Haider e finale del titolo Regionale, ndr) è qualcosa di incredibile. L’Under 16 è entrata per il secondo anno consecutivo nella Top10 italiana. . Il rammarico? La finale scudetto Under 13 Pro, persa per la classifica avulsa, ma siamo comunque vice campioni».

L’Under14 di Tommaso Rocchi (promosso alla guida dell’Under 15) ha vinto il titolo regionale contro la Roma. 

«E’ la squadra che ho rinnovato di più la scorsa estate, cambiando 9 giocatori su 11, e il successo mancava da 18 anni, troppi. L’abbiamo dedicato al presidente Lotito: appena è finita la gara si è complimentato con tutti».

Al Torneo delle Sirene avete sfiorato l’impresa contro il Real Madrid.
«Abbiamo disputato una partita importante e abbiamo perso solo 2-1 per alcuni episodi, questo a testimonianza di una sfida combattuta. Il premio come miglior Responsabile? E’ stata una felice sorpresa, ma il vero premio che cerco è vincere lo scudetto con una squadra giovanile e lanciare giovani in prima squadra. Questo è il mio obiettivo, ottenuto questo posso iniziare un’altra avventura».

Come è il suo rapporto con il presidente?

«Come quello tra padre e figlio. Il presidente è presente, geniale e innovativo. Portandomi alla Lazio ha dato una sterzata forte col recente passato. Se non fosse così, oggi non sarei qui».

Era così anche con Berlusconi?

«Al Milan avevo lo stesso rapporto con Galliani. Lui e Braida (oggi al Barcellona) mi hanno insegnato molto».

Che effetto fa essere rimpianto a Milanello? La Primavera del Milan è appena retrocessa.

«Mi dispiace molto per la retrocessione. Al Milan ho lasciato tanto e il settore giovanile è competitivo. Essere rimpianti da dirigenti e tifosi vuol dire aver lasciato un bel ricordo».

Insieme a Lotito avete partecipato al secondo Memorial ‘Mirko Fersini’. Ci racconta le emozioni di quel giorno?

«E’ stata una giornata toccante, arricchita dalla presenza di tutta la famiglia Lotito e da Simone Inzaghi. Vedere il presidente commuoversi mentre ricordava il nostro giovane aquilotto è stato emotivamente molto forte. La Lazio non dimentica e tiene vivo il ricordo dei propri aquilotti, unendosi alle loro famiglie».

Come si “costruisce” un campione in casa?

«Con pazienza, competenza, lavoro e strategia condivisa da tutte le componenti della società. Senza questa alchimia si fallisce».

L’Atlanta, anche dopo il suo addio, ha proseguito con questa filosofia. La Lazio quando potrà attingere dal settore giovanile?

«Spero presto. Prima bisogna avere fiducia nel proprio vivaio e smetterla di tentare la fortuna, acquistando all’estero giocatori in età di settore giovanile, segnalati spesso da procuratori. I dati del Cies dicono che il nostro campionato è tra i più vecchi d’Europa e il 57% dei giocatori in serie A sono stranieri. Ma le nostre Nazionali giovanili primeggiano ovunque, quindi una riflessione bisogna pur farla».

Lei è per il made in Italy.

«Prendere giocatori 17enni provenienti dall’estero per il settore giovanile vuol dire non saper lavorare nel contesto giovanile. Prendere un 17enne proveniente dall’estero perché considerato un fenomeno in ottica della prima squadra ha senso anche per me, ma quanti ce ne sono cosi che effettivamente riescono a fare la differenza? Vedere giocare le squadre primavera italiane con 7/8 giocatori stranieri che non calpesteranno mai i campi di serie A è mortificante per chi crede nel lavoro del settore giovanile».

I biancocelesti convocati in Nazionale sono in aumento.

«Le convocazioni sono il termometro del settore giovanile. Averle quadruplicati in due anni è motivo di orgoglio da parte di tutte le nostre componenti tecniche. I nostri ragazzi non si limitano a partecipare ai raduni, bensì rientrano nei 25/30 giocatori più forti d’Italia, disputando sfide internazionali». 

Come procede la sua “rivoluzione”? 

«Passo dopo passo verso l’obiettivo. Cambiare mentalità non è facile, soprattutto a Roma. La soddisfazione più grande è che ora vige la regola della meritocrazia. Gioca chi è più bravo, senza guardare lo status familiare e siamo giudicati, io per primo, per i risultati ottenuti. Per le strutture, dalla prossima stagione le squadre nazionali saranno tutte a Formello, anche questo è un ulteriore passo importante verso la crescita».  

Ci saranno altre novità?

«Sì, riguarderanno l’Under 15, 16 e 17 (la Primavera è seguita dal ds Tare, ndr). Inseriremo come coordinatore dell’area tecnico-metodologica il mister Fabrizio Fratini che coordinerà il lavoro sia sul campo che in programmazione con gli allenatori seguendo un’unica metodologia di lavoro».

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