BOLLINI: “Bisogna ritrovare la gioia della fatica e d’imparare. un ragazzo non deve sentirsi appagato. Cataldi è il nostro vanto!”

Bollini e Ferdenzi

Alberto Bollini, coordinatore del Settore Giovanile della Lazio, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio rilasciando alcune dichiarazioni in merito al calcio giovanile in Italia, dopo che nella giornata di mercoledì il CT Azzurro Antonio Conte, ha incontrato gli allenatori della squadre Primavera, Allievi dei club di Serie A e B ed i responsabili tecnici delle selezioi della Laga Pro e della Lega Nazionale Dilettanti. L’ex tecnico della Primavera biancoceleste è concorde con le parole di Conte ‘bisogna ritrovare la gioia della fatica’

“Quello a Coverciano è stato un incontro che ha organizzato la Federazione, con un allenatore d’eccezione: Antonio Conte ed il suo staff. Il CT azzurro ha fatto una disamina sulla cultura del lavoro nel Settore Giovanile, dicendo che dobbiamo ritrovare la gioia della fatica. Mi associo a lui, troppe volte si sperimentano nuove metodologie, il calcio spagnolo, il calcio tedesco, ma l’Italia ha una storia, una cultura pazzesca alle spalle. Bisogna ritrovare la voglia di faticare, di imparare. In poche parole, lavorare con gli obiettivi giusti. Si è accennato il discorso della “settimana tipo” nel Settore Giovanile, che non può essere uguale a quella di un grande. Il giorno prima della gara, ad esempio, è un giorno in più di lavoro che non può essere finalizzato solo ai tre punti e al risultato della gara, ma alla crescita”.

Nel Settore Giovanile bisogna crescere e continuare a farlo, un ragazzo non si può sentire appagnato, deve essere affamato:

“C’è il rischio che i ragazzi arrivati al Settore Giovanile importante si sentano appagati, per questo la figura dei genitori e di chi segue i ragazzi è fondamentale. Lo spirito dev’essere quello di lavorare con gli obiettivi in testa, non quello di ‘farcela’ come calciatori. Deve crearsi un ambiente in cui si può crescere, senza creare appagamento. Il tecnico non deve solo allenare, è anche un educatore. Non sono le due ore in campo che ti fanno capire se un mister è adatto al Settore Giovanile, bisogna saperci fare anche dal punto di vista psicologico, ma noto che in Italia ci sono validi tecnici”.

Alberto Bollini ha proseguito l’intervento sulle frequenze biancocelesti facendo un punto proprio sulle Giovani Aquile:

“Va molto bene, ma a volte le diverse fasce incorrono in qualche difficoltà. Io credo non ci si debba mai accontentare. Per esempio, la Primavera ha fatto il suo scivolone contro il Napoli ma è comunque una squadra valente. Gli Allievi Nazionali hanno fatto una bella vittoria, a prescindere dal successo, la prestazione mi è piaciuta. Rocambolesco il pareggio dei Giovanissimi Nazionali  contro il Frosinone, il gol del pari è arrivato dal portiere avversario all’ultimo minuto; un episodio particolare, ma se ti capita contro è davvero un dispiacere”.

Per concludere, Bollini ha speso due parole anche per quei ragazzi che ha allenato che oggi si trovano lontani dalla Capitale per fare esperienza, oppure a quelli nel giro della Prima Squadra biancoceleste:

 ” Dopo la Primavera, è fondamentale continuare un percorso per diventare un calciatore adulto, senza farsi abbagliare dalla categoria. Alcuni giovani vanno in serie superiori ed incontrano alcune difficoltà, mentre altri si confrontano in Lega Pro e tra un paio di anni li troveremo in Serie A. E’ importante vedere l’ambiente in cui andrà a giocare il ragazzo, non si può sbagliare lì. I nostri ragazzi stanno facendo bene, in modo particolare Crecco a Terni, anche Filippini a Bari sta andando bene, mentre Minala non mi stupisce, c’entrava poco con il nostro Settore, doveva avere un primo ambientamento per poi immergersi nel calcio professionistico. Ho fiducia in Rozzi, invece Lombardi ha incontrato qualche difficoltà, come è normale che sia, ma ce la sta facendo. Sono orgoglioso di Keita, Onazi, e Cataldi: anzi, a quest’ultimo faccio i miei complimenti, è un vanto per il nostro Settore Giovanile”.