FUTURO ROSEO – “La più grande soddisfazione è avere il 98.5% dei giocatori in Primavera che arrivano dal settore giovanile. Questo è il primo successo, ma è solo la punta dell’iceberg di un progetto iniziato 4 anni fa con la nostra programmazione. I ragazzi stanno crescendo. Siamo arrivati ad avere 18 convocazioni in Nazionale per giocatori diversi nelle nostre 4 squadre e questo è sicuramente un segnale di crescita. Non so se potremo andare oltre, però avere le sezioni U14, U15, U16 e U17 a livello nazionale nei primi tre posti in classifica è sicuramente un motivo di soddisfazione per tutti”.
CRESPI E PRIMAVERA – “Di proposito non parlo dei singoli. Ieri ho visto la Primavera contro lo Spezia e Valerio non ha fatto benissimo, ma fa parte di un percorso. Ha potenziale incredibile, però la mela dev’essere raccolta quando è matura. Questa squadra è la nostra punta dell’iceberg, abbiamo dei ragazzi forti che abbiamo tolto all’Under 18 e 17 per completare la rosa. Stanno facendo bene, bravissimo Calori. Tempo al tempo sicuramente arriveranno, ma non c’è solo Crespi. La squadra è piena di talenti, sono tutti molto giovani e ci daranno molte soddisfazioni”.
ESEMPI POSITIVI – “Se consiglio qualcosa ai ragazzi vedendo i risultati di Cataldi e Strakosha partiti dal nostro settore giovanile? Non c’è una ricetta magica. Devono essere umili, sacrificarsi, lavorare e se avranno le capacità qui hanno tutto per esprimersi al massimo. Il nostro obiettivo, oltre ai risultati che danno motivazione e autostima, è produrre calciatori, il resto è folklore”.
SEGRETI DEL MESTIERE – “I segreti per scovare talenti come Donnarumma e Locatelli? Non ce ne sono. Sono molto contento per le convocazioni della Nazionale maggiore, ho sentito Pobega l’altro giorno ed è un ragazzo che ha faticato tanto nel settore giovanile, ma attraverso i suoi valori, umiltà e sacrificio ha fatto la scalata ed è arrivato a essere chiamato da Mancini. Gli ho detto che dev’essere un punto di partenza e non uno di arrivo. Questo fa parte della mentalità che ho portato alla Lazio dove gioca chi merita, c’è un’organizzazione capillare e una metodologia che, sicuramente a breve termine, porterà dei risultati. La Primavera è composta da giocatori italiani e provenienti del settore giovanile, ma entro due anni devono arrivare e allora siamo tutti contenti”.
LAZIO WOMEN – “Catini è un allenatore cresciuto nel nostro vivaio, è arrivato a dare una mano alla prima squadra perché c’erano delle problematiche importanti non solo a livello calcistico. Devo dire che di questa rosa se ne occupano due persone in particolare: il mio braccio destro, nonché direttore tecnico, Francesco Panzarini e la Team Manager Monica Caprini. Mi sono un po’ distaccato quest’anno da loro proprio per concentrarmi totalmente sul maschile, ma oggi per la prima volta le andrò a vedere”.
PRIMA SQUADRA – “Per la prima squadra sogno la Champions League. Con l’arrivo di Sarri c’è stata una programmazione ad ampio raggio nel tempo: è uno degli allenatori migliori nel panorama europeo. Ha cambiato mentalità e metodologia alla squadra, ci vuole tempo, ma sicuramente è una scelta importante. Centrare il quarto posto sarebbe come vincere uno Scudetto per la difficoltà dell’obiettivo quest’anno”.